giovedì 12 aprile 2012

La Ricostruzione di un Aquilano...


           Tu sei uno strumento attraverso cui un progetto può essere manifestato. Non hai ragione di esistere se non in funzione di un Piano più grande.
Tu sei la Tua stessa Missione! Solo la propria Missione di cui un uomo è portatore può giustificare una grande passione e una tenacia fuori dal comune.

       Abbi una Visione.

      Un mondo di uomini e donne privi di limiti e paure.

Coraggiosi e invulnerabili con il Cuore aperto che ottengono ogni risultato che si prefiggono perché lo sentono realizzarsi dentro se stessi.
Non perdere mai questa Visione del futuro, anche nei momenti più bui.
Apri cuore e mente ai più grandi filosofi, statisti, saggi, illuminati per guardare oltre...

(l'ho trovata girovagando su internet il 6 aprile 2012 ed ho avuto desiderio di farvene dono...per tutti i miei concittadini che a volte vedono il buio ma che devono sentirsi strumenti per un progetto comune.....Forza L'Aquila!)


L'AQUILA SU REPUBBLICA: ''TUTTO FERMO PER INCAPACITA'''





Giuseppe Caporale

di Roberto Santilli
L'AQUILA - Non ha mai smesso di scrivere del 6 aprile 2009 e di tutto ciò che da quella data sta facendo la storia dell'Aquila terremotata.

Giuseppe Caporale, firma di Repubblica e e autore del libro Colpa nostra sul post-sisma ha preso parte alle iniziative organizzate nel tragico anniversario. Come fa da tre anni a questa parte, ricorda.
Caporale, domanda ovvia ma importante: cosa è cambiato in tre anni qui, nel centro del cratere?
Partiamo da una considerazione. Ci sono due livelli da pesare: la ricostruzione e la pubblica amministrazione, o meglio, il controllo sulla pubblica amministrazione. La procura dell'Aquila sta facendo un gran lavoro sul fronte delle infiltrazioni mafiose e dei controlli sulla ricostruzione. Dall'altra parte, al contrario, l'amministrazione non funziona. Si è arenata, per così dire, come tutta la macchina commissariale. Eccesiva burocratizzazione e costi esosi stanno veramente soffocando le speranze degli aquilani di poter finalmente cominciare con la ricostruzione.
Una lentezza volontaria, secondo lei, dovuta alla mancanza di soldi?
Non griderei al complotto, è un fatto di incapacità. Mi sembrano chiarissime la scarsa capacità e l'efficienza delle amministrazioni regionale e comunale. Sicuramente non ci si può nascondere dietro ai fondi che non ci sono: il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca ha dichiarato che molti soldi sono stati bruciati e che quelli che servono ci sono e c'erano già. Ho conosciuto Barca, è competente e qualificato, consapevole dei numeri. Per la prima volta mi sono confrontato con un ministro che ha parlato chiaro e che ha datto delle date e delle scadenze precise dall'addio del discusso ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, che sicuramente ha avuto grandi meriti e demeriti.
Quali?
La grande colpa di ciò che è successo e non è successo prima, doveva far svolgere la riunione della Grandi rischi in modo diverso, cioè nel modo giusto. Però, ha saputo gestire la fase emergenziale, anche se il passaggio di consegne agli enti regionali e locali si è rivelato nefasto. La Struttura per la gestione dell'emergenza è diventata uno stipendiario, 400mila euro l'anno per le bollette del telefono non sono normali. L'emergenza è finita da un pezzo, serve solo per non fare le gare d'appalto, la questione è tutta qui. Chi è che ha avuto giovamento? Facile, chi ha evitato le gare d'appalto. Guardate bene il quadro della situazione: prezzi gonfiati dappertutto, una ricostruzione ferma e quel poco che si muove viene pagato 4 volte tanto. La 'colpa nostra' del mio libro credo abbia influito in tutto questo.
Perché?
All'Aquila non esiste più una comunità unita. Dopo ol terremoto non c'è stata più una comunità vera, il colpo del sisma è stato fortissimo.
Le elezioni sono a un passo. Pensa saranno positive per gli aquilani?
Alle elezioni c'è di tutto, ma manca ancora quel passaggio culturale decisivo per la città.
Il 6 aprile 2012 è stato qui in città?
Sono qui tutte le settimane.
Prova mai a immaginare L'Aquila tra dieci anni?
So che L'Aquila, nonostante la crisi profonda, risorgerà. Spunterà il sole, ne sono convinto. Sarà fondamentale l'atteggiamento del governo. Questo è un territorio ricco di cultura e di professionisti all'altezza, alla fine avrà la meglio sull'Aquila arraffona e superficiale. La classe politica che verrà fuori dalle elezioni sarà migliore, anche solo fisiologicamente. Un ricambio generazionale ci sarà, degli elementi già sono visibili.
E le luci dei media che via via si sono spente?
Gli aquilani hanno ben chiara la truffa mediatica di cui sono rimasti vittime. Si sono ritrovati dal centro palco al parcheggio fuori dallo stadio. Il sisma del 2009, è quasi inutile ripeterlo, è stata una passerella politica ma in una forma più grande e cattiva rispetto al solito. Gli italiani sono abituati alla truffa locale, però non in quei termini. Il progetto C.a.s.e., che più passa il tempo e più cade a pezzi, è il simbolo della propaganda politica dell'immediato post-sisma.

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